di Giuseppe Marzo e Elena Scarpino
pubblicato in Amministrazione & Finanza, n. 10, 2025, pp. 36-46
Unarecente ricerca dimostra che sono molte le imprese italiane che non fannoprogrammazione finanziaria. La maggior parte di queste è di dimensionemedio-piccola o a carattere familiare. Questo lavoro descrive l’introduzione diun sistema di programmazione finanziaria in un’azienda operante su commessa edevidenzia la possibilità di sviluppare una cultura finanziaria grazieall’introduzione a stadi del sistema di programmazione. In questo modo, ognistadio consente di focalizzare l’attenzione su un tema specifico e permetteall’impresa di prendere familiarità sin da subito con il tema dellaprogrammazione. L’articolo discute anche l’utilità di sviluppare la programmazioneutilizzando sistemi software congeniali e adatti all’impresa per poi passare a sistemipiù potenti e sofisticati solo quando si siano costruite le giuste condizioni.
Questo lavoro parte dalla considerazione che la programmazione finanziaria è poco comune presso le imprese italiane e dalla opportunità, quindi, di mostrare come sia possibile introdurla in impresa. Per questo fine, si è presentato il caso di un’azienda che opera su commessa e si è illustrato il percorso con cui i temi della programmazione finanziaria si sono dapprima avvicinati alle sensibilità dei gestori dell’impresa e delle persone che lavorano negli uffici amministrativi e poi si sono sviluppati per costruire un sistema nuovo di guardare alla gestione finanziaria dell’impresa.
L’articolo parte dalla considerazione che non sempre in azienda esiste una cultura aperta alla gestione degli equilibri finanziari. Talvolta, crisi o tensioni finanziarie possono stimolare la sensibilità verso questa tematica, e in altri casi la consapevolezza può nascere grazie al confronto con aziende simili. In ogni caso, per introdurre in modo efficace la programmazione finanziaria è necessario che si formi una cultura ospitale.
A tal fine, il caso evidenzia che un’introduzione progressiva è utile per consentire alle persone di cogliere il significato di quanto si fa e dimostrare il beneficio che può derivare all’azienda dallo sviluppo del sistema di programmazione finanziaria.
Collegato a questo tema è anche quello degli strumenti da usare per fare programmazione. Strumenti molto complessi possono essere poco efficaci nelle prime fasi per due motivi. Innanzitutto, la complessità dello strumento può rendere meno evidente il legame tra le singole decisioni e condizioni aziendali e gli effetti che esse riversano sugli equilibri finanziari d’impresa. Inoltre, strumenti troppo complessi richiedono che le persone imparino congiuntamente sia lo strumento sia la logica sottostante la programmazione finanziaria, con il rischio che si confonda la padronanza della procedura informatica con la comprensione della logica finanziaria.
Per questo motivo, il suggerimento è di adottare lostrumento che è più coerente con lo stato della preparazione dell’azienda,nella consapevolezza che al crescere di quello possa poi modificarsi anche lostrumento adottato.
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L'articolo completo è disponibile sul sito della rivista Amministrazione & Finanza, edita da Wolters Kluwer Italia. Clicca qui per accedere al sito della rivista.