La solvibilità delle PMI italiane: un’analisi empirica

di Giuseppe Marzo e Elena Scarpino

pubblicato su Amministrazione & Finanza, n.6, 2015, pp. 66-73

A chi serve valutare la solvibilità dell'impresa

L’analisi della solvibilità dell’impresa, a breve e medio-lungo termine, è molto importante in un periodo come l’attuale, caratterizzato da gravi e generalizzate difficoltà economiche e finanziarie.

La disponibilità di modelli e strumenti capaci di presagire situazioni di crisi e di insolvenza è utile ad almeno tre categorie di soggetti. Innanzitutto, e ciò appare forse più evidente, agli istituti finanziari e in genere ai creditori dell’impresa, che grazie a quei modelli possono salvaguardare il corretto impiego di risorse evitando di indirizzarle al finanziamento di aziende che difficilmente potrebbero remunerarle e rimborsarle. In questo gruppo rientrano non solo le banche ma anche i fornitori dell’impresa che concedendo credito rimangono esposti al rischio che l’impresa diventi insolvente prima di onorare i propri debiti.

Il secondo gruppo è composto dagli auditor aziendali, esterni ed interni, e quindi, tra gli altri, i componenti del collegio sindacale e le società di revisione. Costoro, infatti, devono certamente verificare la corretta applicazione dei principi contabili, ma poiché i principi da applicare sono subordinati alla verifica della continuità aziendale, si trovano nella condizione di dover accertare prima questa. Proprio a tal fine i modelli in discorso possono rivelarsi utili, in quanto individuando situazioni di difficoltà possono supportare almeno la richiesta di ulteriori e più approfondite analisi.

L’impiego di quei modelli è tuttavia altrettanto, e forse addirittura più utile per le stesse imprese. Infatti la disponibilità di segnali deboli in grado di prevedere situazioni di insolvenza prima che queste giungano ad uno stato conclamato ed irreversibile è utile al management dell’impresa, affinché possa attivare comportamenti utili al risanamento e reindirizzare perciò gli sforzi per evitare che situazioni, solo probabili al momento dell’analisi, diventino poi effettive.

La solvibilità delle imprese italiane dopo la crisi del 2008

Il lavoro svolge l’analisi di un campione delle imprese italiane non quotate, con lo scopo non già di indicare quelle probabilmente insolventi, ma invece di evidenziare, alla luce di tali modelli, il livello medio della forza finanziaria delle PMI italiane e la sua evoluzione nel corso dell’ultimo quinquennio.

L’analisi della probabilità di insolvenza delle PMI italiane basata sul modello Z’’-score di Altman. Il modello, elaborato attraverso successivi affinamenti, è anche stato associato alle classi di rating assegnate da Standard and Poor’s e si presenta, in questa versione ampliata, non solo come un modello di predizione delle insolvenze, ma anche del rating di un’impresa.

In tale prospettiva il modello è stato applicato alle PMI italiane confrontando la loro nel 2009 e nel 2013, per verificare se nei cinque anni durante i quali la nostra economia ha vissuto una grave crisi economica e finanziaria le condizioni di solvibilità delle imprese siano migliorate. In termini generali i settori italiani hanno aumentato il numero delle imprese in posizione di tranquillità. Vi sono tuttavia imprese che decadono da condizioni particolarmente positive verso condizioni negative, e altre che invece migliorano il proprio rating simulato. Segno questo che con molta probabilità l’influsso della crisi sulle imprese è asincrono anche all’interno del medesimo settore.

I risultati del lavoro suggeriscono alle PMI la possibilità di impiegare gli strumenti di previsione delle insolvenze per scopi diagnostici e previsionali interni, per presagire cioè situazioni di crisi potenziale in tempo utile per realizzare le opportune azioni di recupero. Sebbene la caratteristica di tali modelli non sia di prevedere una realtà ineluttabile – e ciò è stato chiarito nel corso del lavoro – essi hanno il vantaggio di rappresentare un giudizio sulla solvibilità dell’impresa assai simile a quello formato dalle istituzioni finanziarie. Perciò l’impiego di tali modelli può supportare le definizione di politiche aziendali relativamente al rapporto banca-impresa.


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Data pubblicazione: 8/01/2024

Argomento: Crisi d'impresa, Analisi di bilancio